Spazio virtuale Vs. reale

Il blog Prossemica sintetizza filosoficamente spazio reale e spazio virtuale, intendendo lo spazio come il luogo indefinito e non limitato che contiene tutte le cose materiali, ritenendolo tridimensionale nel rapporto tra scrittore, lettore e lettore del lettore.

La progettazione degli spazi urbani, rionali, periferici e rurali e dei loro edifici, pubblici o residenziali che siano, comporta il grande onere di creare o distruggere relazioni sociali. Questo avviene nello spazio reale.

Per definizione una “comunità virtuale” è nell’accezione comune del termine, “un insieme di persone interessate ad un determinato argomento, o con un approccio comune alla vita di relazione, che corrispondono tra loro attraverso una rete telematica costituendo una rete sociale con caratteristiche peculiari”. (Fonte: Wikipedia)
Proiezione

In tal senso questo blog è altresì definibile, nel lessico comune tra le discipline economiche e quelle ingegneristiche ed architettoniche, con il termine “progetto”: il verbo proiectare significa letteralmente «proiettare,gettare avanti». Progettazione, però, è anche sinonimo di elaborazione e realizzazione.

La Mission dello studio sta nell’individuare ed elaborare le caratteristiche peculiari di un progetto di marketing o dello spazio espositivo ed abitativo, proiettando il professionista nelle discipline del branding e della psicologia al fine di scongiurare la messa in pratica del costrüire, termine che deriva dal latino construĕre, comp. di con- e struĕre e significa «ammassare, costruire».

In psicologia, la proiezione è un meccanismo di difesa arcaico e primitivo che consiste nello spostare sentimenti o caratteristiche propri, o parti del Sé, su altri oggetti o persone.

Ma in geometria il significato varia: in algebra lineare e analisi funzionale, una proiezione è una trasformazione lineare P definita da uno spazio vettoriale in sé stesso che è idempotente, cioè tale per cui PxP= P.
Applicare due volte la trasformazione fornisce lo stesso risultato che applicandola una volta sola, dunque l’immagine rimane inalterata.

La psicologia dunque deve fondersi con la geometria per giungere alla progettazione di spazi estemporanei che possano consolidare la corretta relazione tra contesto ed azione.