Minimalismo culturale

La cartolina augurale di Prossemica di quest’anno è di ispirazione minimalista.

Non ci sono segni allegorici propri del Natale riferiti alla tradizione del presepio o del Babbo vestito di rosso:

la scelta è voluta e si riferisce al quesito di quale sia realmente la percezione di queste festività del nostro Paese.

Nell’articolo di marketing sono state approfondite le origini storiche delle due principali tradizioni natalizie.

L’Italia parrebbe divisa a metà: al centro sud l’allestimento del presepe rappresenta un momento centrale della preparazione al Natale, mentre più a nord, variandone il nome di regione in regione, l’arrivo della festività è demandato a Sant’Ambrogio, patrono di Milano, che assume tratti celebrativi similari al San Nicolas da cui è derivato il più recente Santa Claus, quest’ultimo festeggiato ancora oggi nelle zone del Trentino Alto Adige, per concludere con il comune Babbo Natale altrove.

 

 

Ci siamo quindi posti l’interrogativo di quale sia la prossima dimensione più intima dell’Avvento in Italia, tutta,  provando a depurarne il significato dagli esiti commerciali a cui ormai ci siamo abituati.

Da queste considerazioni la scelta è ricaduta su una grafica minimal, che costituirà la base per gli anni venturi e che verrà determinata e ridefinita dalle osservazioni dei principali fatti che stanno determinando la nostra coscienza sociale e nazionale, per ridefinire un’identità ormai persa nei “valori” globali delle grandi multinazionali.  Non a caso, nei principali motori di ricerca le immagini riferite all’Avvento riportano le candele, l’analisi del Natale ricade sul colore rosso e in tutte le definizioni del noto Babbo e dell’albero addobbato, mentre il presepe propone scatti fotografici della maestria degli artigiani costruttori tralasciando la scena della natalità.

 

I recenti fatti che hanno cronologicamente narrato le vicende di casa nostra riportano tuttavia alcuni valori condivisi: il soccorso nei terribili terremoti del centro Italia, la cooperazione e la collaborazione attiva e disinteressata della popolazione, la relatività della politica, la crisi economica e del lavoro che ha creato i nuovi poveri, l’accoglienza ai profughi etc. sono il nuovo volto che si sta svelando.

 

Ripartiamo da qui, alla conclusione di un anno particolare nella storia di Prossemica, che ne ha dettato il credo più profondo e la rinnovata coscienza di voler vedere un Paese emergere dall’oblio. Questo il nostro più sentito augurio per l’anno venturo.